I BAMBINI: IL NOSTRO FUTURO


I BAMBINI: IL NOSTRO FUTURO

Tra le cause che hanno portato allo sviluppo della resistenza agli antibiotici c’è l’uso improprio dei farmaci che sono stati ottenuti in seguito ad una richiesta insistente di prescrizioni di antibiotici alla classe medica, soprattutto ai medici pediatri.

A causa dell’elevata percentuale di infezioni respiratorie nell’età pediatrica, la prescrizione degli antibiotici è particolarmente comune nel trattamento delle malattie infantili, ma non è quasi mai appropriata come riportato nello studio pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco nel Maggio 2014 “Prescrizione inappropriata di antibiotici sistemici a pazienti pediatrici”.

Le patologie respiratorie infantili come mal di gola, otite media acuta, tosse, sinusite, raffreddore e bronchite sono, infatti, prevalentemente causate da virus e non si risolvono con la terapia antibiotica. L’elevata prescrizione di antibiotici nella popolazione pediatrica è un indicatore scientificamente riconosciuto di prescrizione inappropriata.

Il numero di prescrizioni antibiotiche in ambito pediatrico nel nostro Paese è stato confrontato con quello registrato in altri 4 Stati europei (Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito): i dati indicano che l’Italia è il Paese è quello con il più alto numero di prescrizioni  e che in tutti gli Stati considerati nello studio la fascia di età con maggiori prescrizioni di antibiotici è quella tra gli 0 e i 4 anni.

Il dato è in linea con i risultati presentati nel corso del 68° Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria nel corso del quale è emerso che più di un bambino su 2 prende almeno un farmaco durante l’anno, con il 96% delle prescrizioni concentrate sugli antibiotici. Le prescrizioni, inoltre, hanno un picco nel primo anno di età, dove quasi 7 bambini su dieci sono stati trattati con antibiotici.

L’elevata prescrizione di antibiotici negli ambulatori pediatrici italiani sembra essere determinata da una scarsa consapevolezza da parte dei genitori sia del problema della resistenza agli antibiotici sia dell’inadeguatezza di questi farmaci nel trattamento delle infezioni virali.

Un dato su cui riflettere attentamente è che molti pediatri italiani hanno dichiarato che frequentemente i genitori di bambini con infezioni del tratto respiratorio, si aspettano e chiedono di ricevere una prescrizione antibiotica.

Il problema è molto diffuso e radicato: se un bambino sta male, ha la febbre alta e i farmaci utilizzati per tenerla sotto controllo offrono solo un sollievo temporaneo, alcuni genitori sono erroneamente portati a pensare che un antibiotico possa risolvere la situazione. Vanno dal pediatra e chiedono la ricetta.

In troppi casi ancora oggi gli antibiotici hanno un “effetto calmante” sulle ansie dei genitori e rappresentano in un qualche modo una sorta di antidoto della paura: per questo in alcuni casi vengono richiesti direttamente al pediatra da mamma e papà preoccupati per una tosse che non passa o per la febbre alta.


La preoccupazione per la salute dei bambini non può e non deve prendere il sopravvento sulla razionalità del genitore, il quale deve sempre avere ben chiaro che ogni farmaco ha degli effetti collaterali, che possono essere anche molto gravi, e per questo non vanno mai assunti o somministrati con leggerezza.

Nel caso degli antibiotici è fondamentale ricordare sempre che sono farmaci assolutamente inadeguati per trattare le infezioni causate da virus, come raffreddore, influenza, ma anche la quasi totalità di mal di gola, tonsilliti, otiti e bronchiti.